"Siamo i sogni che abbiamo"

Sarebbe stato un gesto simbolico… Piantare un albero vuole dire piantare una vita.

Erano nati entrambi lo stesso giorno, il 21 maggio ma ad un anno di distanza ed il primo timido bacio, a dieci anni lui e nove lei, li avrebbe uniti per tutta la vita.

Oreste ed Anna vivevano in un piccolo borgo in provincia di Siena, una terra bellissima e generosa. Lei era particolarmente abile nella preparazione delle confetture e nell’essicazione della frutta, i suoi fichi secchi erano una prelibatezza.

Oreste lavorava in campagna ma in autunno si trasformava in boscaiolo e carbonaio. Individuare la legna giusta da tagliare e bruciare era un’arte e lui l’aveva appresa con l’esperienza, fin da bambino. “Il tuo carbone è il migliore…” dicevano arrivando da Siena per comperarlo. Il lavoro era duro, si era costretti a rimanere fuori casa intere settimane, spesso senza dormire per tre giorni di fila. La carbonaia andava infatti, attentamente sorvegliata, giorno e notte.

 

Era una domenica di fine novembre del 1935 quando, poco più che ventenni, Oreste ed Anna si scambiarono gli anelli nuziali. Il pensiero che dalla loro unione potesse nascere una nuova vita li rendeva ancora più felici e fiduciosi per il futuro.

“Un matrimonio senza figli è un albero senza frutti”… “I figli sono la ricchezza dei poveri”. Questi erano solo alcuni dei numerosi proverbi popolari tramandati di padre in figlio.

A quei tempi i matrimoni si celebravano nei mesi invernali, quando non si doveva lavorare nei campi e la nascita di un figlio si decideva in primavera perchè solo allora il contadino sapeva se i raccolti dell’annata avrebbero garantito un reddito sufficiente a mantenere la famiglia.

Era passato ormai più di un anno dal matrimonio e le voci di paese avevano iniziato a farsi sempre più insistenti: com’era possibile che due giovani così non avessero ancora dato alla luce una creatura? Qualche cosa non stava funzionando. L’elenco delle leggende su come rimanere incinta e la lista dei riti intorno all’argomento gravidanza era lunghissimo: un ramo fiorito di ciliegio fissato alla porta l’ultima notte di aprile era propiziatorio; mangiare regolarmente del pane fatto con nove tipi di farina diversa era considerata una soluzione quasi infallibile… Ma niente di tutto questo sembrava funzionare.

“Devo fare qualcosa…” pensò Oreste.

Dopo qualche giorno ebbe un’intuizione e ne parlò con Anna che fu subito d’accordo anzi rimase affascinata: “Pianterò un cipresso nel campo ogni mese, fino a quando non concepiremo un figlio”. Sarebbe stato un atto simbolico di buon auspicio che associava la fertilità della terra a quella del grembo della donna. Piantare un albero vuole dire piantare una vita.

Il rituale era sempre il medesimo, ogni primo giorno del mese Oreste si recava al vivaio da Duccio e scambiava il giovane albero con cose semplici prodotte dalla campagna: una dozzina di uova, un fiasco di vino… Di soldi ce n’erano pochi ed il baratto era una consuetudine consolidata.  

Quella mattina Oreste si svegliò prestissimo, prima dell’alba. Avrebbe piantato il suo ottantatreesimo cipresso. Fece quindi il solito buco per terra, depose sul fondo qualche sasso e vi infilò la base delle radici. In quel preciso momento il Sole sorgeva all’orizzonte. Un irresistibile desiderio lo spinse ad alzare lo sguardo e guardarlo… Rimase come ipnotizzato ed i suoi occhi videro il primo raggio di luce spuntare da dietro le colline. La medesima scena l’aveva ammirata mille volte ma quel mattino la sensazione fu diversa, intensa, primordiale.

Nove mesi dopo nasceva Eliana, la prima di quattro figli, chiamata così per il significato del suo nome: “dono del sole”.

Sono passate quattro generazioni da allora ma lo spirito e la tradizione avviati da Oreste ed Anna vivono ancora all’interno famiglia. E’ consuetudine per i loro discendenti, il giorno del matrimonio, prima dell’alba, piantare un cipresso: un rito propiziatorio, un gesto dedicato alla memoria, un atto di gratitudine verso chi non si è mai arreso ed ha perseguito fino in fondo un sogno.

Oreste e Anna fotografati da Michele Cazzani

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